La nostra storia
La caratteristica essenziale che San Fruttuoso di Monza ha avuto nel corso dei secoli è un legame molto forte con l’agricoltura e l’allevamento.
In ogni documento, a partire dall’epoca romana fino al 1936, il quartiere viene sempre citato con nomi legati al settore primario delle attività produttive e in particolare dell’allevamento: Bovario, Boè, Bovati, Cavroto, Bovari, Caprotti.
Il primo accenno della presenza di un nucleo abitativo nei pressi dell’attuale quartiere di San Fruttuoso di Monza risale al III secolo d. C. quando si descrive l’unica strada che, provenendo da Monza, si allacciava con quella Comense, per dirigersi quindi a Milano, nei pressi di un FORO detto BOVARIO, ove era situato anche un VALLO ed una MANSIONE detta ad Negotia ( l’attuale Cascina Negozia nei pressi di Cinisello).
Si suppone che, viste le dimensioni e le caratteristiche di un foro, di un vallo e di una mansione in epoca romana in uno spazio ristretto, l’attuale quartiere fosse, anche per il nome riportato (Bovario), un “castra bovarum” cioè un accampamento per l’approvvigionamento di cibo delle truppe militari romane di passaggio nel Nord Italia.
Bonincontro Morigia nel suo “Chronicon modoetiense” (XIV sec.) riferisce con ricchezza di particolari della vita di S.Gerardo deceduto il 6 Giugno 1207 e descrive anche un suo miracolo che ha come protagonista una donna di San Fruttuoso:
“Questa donna, sposata, di nome Onorina delle Cascine Bovati, invecchiando aveva perso la vista ma, insistendo con i suoi parenti, era riuscita a farsi accompagnare nella chiesa che già nell'anno della morte del Santo era stata eretta per contenerne le spoglie e venerarlo.
Condotta davanti al sepolcro e dopo averne baciato il mantello la donna tornò a vedere.” “ … il miracolo è testimoniato da un prete cappellano della chiesa di S. Giovanni e confessore dello donna.”
San Fruttuoso appare nei documenti ufficiali nel censimento degli abitanti di Monza del 1537. Tale rilevazione statistica fu ordinata dalla famiglia De Leyva che governava la città dal 1529 con una durezza spietata nei confronti di ogni ceto sociale.
Nel caso specifico il censimento aveva solamente il fine di applicare la tassa sul focatico.
La tassa sul focativo era un’imposta diretta che, dal Medioevo fino a tutto il ‘600, gravava su ciascuna famiglia, o fuoco. Solitamente non variava né in ragione del numero dei componenti la famiglia né in ragione del reddito. Poteva essere sostituita con la quantità di sale, che ogni famiglia doveva obbligatoriamente acquistare dalla gabella.
La tassa indiretta (gabella) sul sale era decisa e modificata a piacimento dai De Leyva che ne imposero il proprio monopolio commerciale, ordinando il prezzo tassato e l’obbligo di acquisto per tutti i sudditi.
Nel censimento del 1537 nella Cassina Cavroto et Boè sono rilevati 32 fuochi, mentre nella Cassina Torneamento di Via della Taccona, se ne contano solo 4.
Quattro anni dopo, il censimento del 1541 rileva un incremento della popolazione e i fuochi delle Cascine Bovati e Caprotti si contano in numero di 50, con una popolazione di 169 adulti e 53 bambini al di sotto dei 7 anni, per una media di 4,4 persone per famiglia.
Come tutto il territorio intorno a Milano furono le vicende belliche tra gli Sforza e i Visconti e più in generale tra la Spagna e la Francia ad incidere sulle variazioni della popolazione vivente. In tal senso è doveroso tenere in considerazione anche le terribili conseguenze della peste in genere e in particolare quelle del 1529 e del 1576.
Nel 1530 nelle coltivazioni il seminativo copriva il 53%, i vigneti il 37%, il bosco il 10 %.
Nello stesso anno i terreni agricoli di Monza erano posseduti da 89 proprietari, ma il 30% della terra era solamente di 6 possidenti tra i quali la Chiesa, che vantava la proprietà del 20,4% di terreno della città. In particolare il Monastero di S. Ambrogio di Milano possedeva 3000 pertiche, situate perlopiù in San Fruttuoso.
Proprio l’influenza della Chiesa milanese nel nostro quartiere portò alla nascita della prima Parrocchia di Monza autonoma dal Duomo.
Infatti San Fruttuoso è eretta a parrocchia il 15 giugno 1578 da S. Carlo Borromeo, Cardinale Arcivescovo di Milano. Venne stralciata dalla Parrocchia di S. Giovanni Battista del Duomo di Monza e fu dedicata a S. Rocco. Ciò è testimoniato dalla lapide conservata su parete laterale all’interno dell’attuale Chiesa Parrocchiale.
Ne facevano parte il Clericato di S. Lorenzo. la cappella dei SS. Pietro e Paolo e le cascine vicine e cioè Cascine Bovati (dette cascine di sopra) e Caprotti (dette cascine di sotto), cascine Torneamento, Cernuschio (presso S. Martino), Casignolo, Alipranda (già Castelletto), S. Rocco, Baragiola, dei Trezzi (detto il Colombirolo), S. Lorenzo, S. Alessandro e della Bettola ed infine la cascina Novella.
Quest’ultima cascina fu acquistata nel 1570 dal nobile
Rocco Fondra e un suo discendente, il sacerdote don Giovanni Battista, nel
1734 la legò (con 259 pertiche milanesi di terreno) alla chiesa parrocchiale,
alla quale rimase fino alle leggi eversive dell’asse ecclesiastico del 1867.
Parte delle cascine, come S. Rocco, Casignolo, S. Alessandro, la Bettola, essendo aumentata la popolazione, venne stralciata dalla parrocchia verso il 1600.
Nel 1648 la città di Monza viene ceduta ai banchieri Durini che ne mantengono il possesso fino alla soppressione dei feudi da parte di Napoleone nel 1797.
La famiglia Durini ebbe un’importanza notevole nella storia del nostro quartiere.
il Cardinale Pier Angelo Maria Durini passò molte estati in vacanza a San Fruttuoso e ci ha lasciato un libro di memorie ove è assai ben descritta la vita del nostro quartiere.
Il 3 agosto 1778 il Cardinale Durini - morto nel 1796
- donò le sacre spoglie di San Fruttoso alla nostra chiesa parrocchiale. Il
Durini, che le aveva avuto, a sua volta, in dono da Papa Clemente XIV (1769-1774)
provvide per la massima parte al pagamento dell’urna, quale ancor oggi si
vede, del Santo. Preparata l’urna nel corso di un anno, le cerimonie della
prima traslazione ebbero luogo verso la metà di agosto del 1779
Il reliquiario con cristalli di rocca, che si ammira nell’urna, contiene
il sangue del martire San Fruttuoso.
Di questo Santo si sa poco o nulla. La religiosità popolare lo vuole martire nel Colosseo a Roma sbranato da belve feroci.
Durante il periodo della prima traslazione delle spoglie di San Fruttuoso, il Cardinal Durini fu ospitato nella Villa dei nobili Calchi. La Villa è l’attuale casa Varisco e la Curt Lunga ne era la casa colonica, rispettivamente in Via San Fruttoso al n°8 e al n°6.
Il fondo dei Calchi si estendeva a Nord e ad Ovest delle Cascine Bovati, a Sud delle Cascine Caprotti e ad Est della proprietà del Monastero di San Marco a Milano. Affinché il lettore possa comprendere meglio possiamo definire la proprietà Calchi come l’area che oggi comprende tra l’altro Mc Donald’s e l’Esselunga.
Al tempo della erezione a parrocchia, nel luogo dove
ora sorge la chiesa parrocchiale, esisteva una cappella "né consacrata
, né parrocchiale" come appare dai documenti originali. Sembra quindi
che la chiesa parrocchiale sia sempre stata nella posizione attuale.
Essa era formata da una sola navata con una cappella ed il campanile sul lato
sinistro
Nell’anno 1887 la Cappella di S. Fruttuoso venne demolita per lasciare spazio alla navata destra della chiesa, essendo parroco don Luigi Martinenghi.
Con l’avvento di don Mariani a Parroco i lavori di sistemazione della chiesa ebbero nuovo impulso. Fu modificata interamente la pianta originale e ne risultò un edificio assai più ampio del precedente, diviso in tre navate da due file di pilastri. In fondo alla navata centrale, un’abside racchiuse l’Altare Maggiore, anch’esso totalmente rinnovato.
E’ del 1892 l’erezione del nuovo campanile dopo l‘abbattimento di quello risalente al 1775. Nel 1893 la parrocchia acquistò cinque nuove campane nella tonalità di Si maggiore.
Nel 1928 viene rifatta la facciata, decorata col medaglione centrale e l’inserimento di due nicchie ricavate ai lati della porta centrale con le statue dei santi Ambrogio e Carlo.
A tutt’oggi san Fruttuoso ha avuto 24 parroci.
Elenco dei Parroci
1. don Marco Garriano
1580 o 1587-1588
2. don Ambrogio Giudici 1590-1592
3. don Martino Gambotto 1593-1600
4. don Marcantonio Maffioli 1601-1634
5. don Pietro Paolo Ghezzi 1648-1657
6. don Carlo Antonio Lozzo 1657-1660
7. don Franceso Cernusco 1660-1670
8. don Carlo Gerolamo Caggiada 1670-1682
9. don Giacomo Antonio Corbetta 1683-1695
10. don Giuseppe Viganò 1696-1732
11. don Carlo Giuseppe Morelli 1732-1754
12. don Francesco Marai Ghezzi 1754-1772
13. don Giambattista Corbetta 1772-1818
14. don Domenico Locatelli 1818-1835
15. don Carl’Antonio Bonari 1836-1855
16. don Francesco Vitali 1855-1882
17. don Luigi Martinenghi 1882-1888
18. don Luigi Mariani 1888-1917
19. don Angelo Panigada 1917-1931
20. don Bartolomeo Molteni 1931-1942
21. don Giovanni Colombo 1942-1965
22. don Paolo Colombo 1965-1991
23. don Tarcisio Colombo 1991- 2002
24. don Eligio Ciapparella 2002 -
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Nel Censimento del 1911 le Cascine Bovati contavamo 2319 abitanti
Nel 1933 le Cascine Bovati cambiano nome ed assumono quello attuale: San Fruttuoso e rimane frazione di Monza fino alla metà degli anni ’60.